Dovremmo prima di tutto iniziare col darci conto che la suddivisione che spesso facciamo tra musica buona e musica cattiva è presente solo nella nostra testa e quindi molto soggettiva; non si può infatti etichettare uno stile come ‘brutto’ ed un altro come ‘bellissimo’ in modo categorico ed universale, questo è ammissibile solo se si parla in prima persona e riferendosi alle proprie preferenze e gusti musicali, non si può assolutamente fare ‘di tutta un’erba un fascio’.

Risulta già più concepibile pensare che ognuno di noi associa un determinato stile o genere musicale alle proprie esperienze di vita, rapportandolo solitamente con fatti o avvenimenti che restano impressi nella mente di ciascuno di noi, rendendo il suo ricordo più indelebile che mai in quanto associato a quel brano in particolare già ascoltato migliaia di volte.

Avere una infarinatura grosso modo globale di quelli che sono gli elementi fondamentali che caratterizzano l’uno o l’altro stile musicale è di vitale importanza affinché si possa poi formare in ognuno di noi un’idea man mano sempre più chiara e decisa di quale sia il genere musicale che preferiamo e dei motivi che ci hanno portato a questa decisione.

In che modo ascoltare musica

Molti e con tantissime variabili sono i modi di ascoltare musica che possiamo utilizzare; oggi poi, con la grande crescita nel settore tecnologico e la super produzione di ogni tipo di supporto mediatico e di macchinari perfetti atti a tale uso, la cosa sembrerebbe davvero eccessivamente facile e rapida; ma purtroppo non è così.

Variabili del tipo: ambiente in cui si ascolta, stato d’animo con il quale ci si predispone ad ascoltare, caratteristiche sonore ed acustiche della musica riprodotta, possono intervenire attivamente sulle varie modalità di ascolto tra le quali possiamo scegliere ed influenzare la resa effettiva della musica che sentiamo. Non è sempre detto infatti che un impianto stereo super potente e dalle caratteristiche ultra moderne ci permetta di apprezzare più a fondo sfumature e particolari armonici che ci interessano, anzi il contrario: probabilmente se stiamo ascoltando dell’ottimo jazz sarebbe addirittura meglio il caro vecchio giradischi con il mitico LP da 33 giri in vinile!

Quando ascoltare musica

Precisiamo subito che non esiste nessun canone che regolarizzi in un certo senso l’ascolto di musica, e che la cosa indubbia è che ognuno di noi farà o ascolterà musica quando più ne avrà voglia ed in totale libertà; detto ciò, è stato inoltre provato che nella vita di ognuno di noi, seppur involontariamente, sono presenti molti o quasi tutti i generi musicali… senza che neppure ce ne siamo resi conto!

Ad ogni occasione particolare tendiamo infatti ad associare un determinato brano o genere musicale che ci aiuterà in seguito anche nella gestione delle emozioni da esso derivanti, fissandole meglio nella nostra memoria grazie ad una ‘colonna sonora’.

Alcuni studiosi hanno perfino stilato una tabella nella quale consigliano di ascoltare un determinato genere musicale ad una certa ora e quando si è in uno stato d’animo ben preciso:
studi comportamentali su ascoltatori presi a campione dimostrano infatti che siamo più o meno predisposti ad ascoltare un certo tipo di musica ad una certa ora ed in un certo stato mentale.

La rilassatezza mista a sonno in un orario di mattina presto è accoppiabile magari ad un ascolto di musica ‘new age’, mentre la leggera distrazione caratteristica dell’ora di pranzo può essere addolcita ulteriormente dall’ascolto di brani jazz o blues; allo stesso modo, e mantenendo la stessa linea, sarebbe consigliabile musica ‘hard rock o heavy metal’ se si vuole ad esempio rimanere svegli durante un lungo viaggio notturno o comunque per restare svegli.

Il volume

Una regola certa ed universale è che ascoltare musica ad un volume superiore ai 100db è senza dubbio dannoso per tutto il corpo umano. E’ altrettanto vero però che non tutte le persone hanno la stessa soglia di sopportabilità a rumori e suoni, e che, oltretutto, 100db di rumore non sono equivalenti a musica ascoltata allo stesso volume; nel caso vi capitasse di essere esposti ad un volume così alto durante un concerto o una qualsiasi riproduzione musicale casareccia, è molto importante riuscire a gestire in qualche modo il ‘tempo di esposizione’, limitandolo allo stretto indispensabile (proprio come quando ci mettiamo al sole senza la crema protettiva) prima che possa provocare spiacevoli disturbi quali acufene o rottura dei timpani.