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Vuoi a causa del progresso tecnologico, vuoi per colpa di pay-tv e internet, vuoi per la paura di attentati o improvvise sparatorie (cosa molto frequente specialmente in America), o magari per timore di essere contagiati da qualche virus, ma il fatto certo è che negli ultimi anni sono notevolmente diminuiti gli eventi musicali dal vivo, o almeno quelli con partecipazione massiva di spettatori. Forse addirittura non si vedranno mai più concerti come quelli di Woodstock, Central Park, Hyde Park, Rio de Janeiro, con centinaia di migliaia di giovani in festa e nessun incidente grave da registrare a manifestazione finita, probabilmente è davvero finita una bella epoca.

I tempi sono senz’altro cambiati, e su questo non c’è alcun dubbio; fino a qualche anno fa avremmo fatto follie pur di trovare il biglietto per andare a vedere la nostra rockstar preferita dal vivo, oggi magari preferiamo assicurarci l’evento comprandolo su una pay-tv e gustarcelo comodamente sul divano di casa nostra. E pensare che c’è una grande e complessa rete organizzativa dietro i grandi eventi, un indotto che offre anche centinaia di opportunità lavorative; organizzare un mega evento è una sfida vera e propria, e sono tantissimi i fattori e le variabili da tenere in considerazione quando di mezzo ci sono milioni di persone.

La scelta della location e l’organizzazione logistica

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Sono necessari diversi mesi per pianificare un mega concerto dal vivo e, proprio per questo motivo, quando si mette in moto la macchina organizzativa di un artista di fama mondiale molto seguito come potrebbe essere in Italia Vasco Rossi, tanto per fare un esempio, spesso lo fa pensando ancora più in grande, ossia ad un tour internazionale. Una volta individuate le città dalle quali arrivano più richieste per vedere la star dal vivo, si passa al secondo step, ovvero la scelta della location adatta per la tipologia di evento, e già qui iniziano a comparire le prime variabili che obbligano gli organizzatori a fare delle scelte ben precise.

Sempre tenendo come esempio Vasco Rossi, giusto per avere un’idea abbastanza chiara, si presenta dunque la prima scelta da fare, ovvero dividere l’evento in due o tre date scegliendo un posto con una capienza di 40-50mila persone, o individuare una location a misura per il concerto in una vecchia area militare non operativa, o magari in un vecchio aereoporto dismesso e in disuso. Si, perché anche gli stadi più capienti d’Italia non superano i 70-80mila posti per un concerto, e per uno come Vasco sono pochi per fare un unico concerto.

Il montaggio del palco e del ‘backstage’

C’è innanzitutto un gran lavoro di pre-produzione da fare quando si organizza un mega concerto live; in questa fase entrano in gioco varie figure professionali come quella del direttore artistico, quello della fotografia, ed anche l’ingegnere capo che eseguirà calcoli strutturali e disegni tecnici per la costruzione del palco in assoluta sicurezza; nulla è lasciato al caso, e le possibilità da tenere in considerazione sono davvero infinite, per questo ci si affida in genere ad assoluti professionisti del settore con tanto di esperienza certificata in fatto di organizzazione di concerti live.

Progettato tutto in ogni minimo dettaglio si passa dunque alla fase 2, la ‘messa in opera’ del progetto; si noleggia il cosiddetto service, ovvero tutto il set audio, regia, suoni, video e luci contrattato previamente con un fornitore di fiducia, e si assumono a cottimo i vari tecnici del suono, i responsabili della scenografia, i tecnici delle luci, oltre ovviamente ad una serie di manovali che, agli ordini del direttore di produzione saranno incaricati di ‘porre in opera’ materiali ed attrezzature necessarie per la costruzione del palcoscenico, della torre di controllo regia, del backstage, e di tutte le altre infrastrutture necessarie.

Misure di sicurezza e postazioni mediche

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Sempre tenendo come esempio una star del calibro di Vasco Rossi, possiamo prendere a campione l’impeccabile organizzazione che permise il regolare svolgimento di un suo mega concerto nel Luglio 2017; la location stabilita fu quella del Parco Enzo Ferrari meglio conosciuto come aerautodromo di Modena, un impianto strutturato per funzionare sia come aereoporto che come autodromo, ed in quell’occasione fu stabilito il record italiano di spettatori paganti per un concerto dal vivo con ben 225.173 biglietti emessi.

Fortunatamente, e grazie ad un’organizzazione davvero impeccabile sotto ogni punto di vista, tutto filò liscio come l’olio, con nessun incidente registrato a parte qualche malore dovuto all’eccesso di alcool o magari alla enorme onda umana che si genera sempre quando c’è tanta gente accalcata. Tutte le misure di sicurezza per controllare correttamente il grande flusso di gente funzionarono alla perfezione, incluso le 71 squadre di soccorso a piedi, circa 33 ambulanze, e 12 postazioni mediche fisse. Furono visitati circa 2000 pazienti colpiti da disidratazione, attacchi di freddo, stanchezza, panico, ma a parte ciò nulla di eclatante, neppure nel momento che si temeva di più, ovvero quello del deflusso di questo impressionante sciame di persone verso le uscite e le aree di parcheggio.